Il successo degli americani Girls Against Boys, con il loro hardcore punk quasi recitato e pompatissimo sulle frequenze basse, convince i Massimo Volume ad aggiungere alla formazione il secondo basso di Metello Orsini. Da qui (1997 - ***1/2) è quasi al livello del predecessore, ma cede dal punto di vista della novità. Una cosa è certa: La città morta e Senza un posto dove dormire sono due delle canzoni più belle della carriera del gruppo emiliano. Curiosamente (Frank Zappa docet) l'album si intitola come una delle canzoni contenute in Lungo i bordi. Per il disco successivo i Massimo Volume tornano in quartetto (saluta il fondatore Gabriele Ceci) e cercano di sfruttare commercialmente il periodo d'oro del rock indipendente italiano. Club Privé (1999 - **1/2) è prodotto da Manuel Agnelli degli Afterhours e può contare sulla presenza della stellina Cristina Donà. L'album è una mezza delusione, ma contiene il bellissimo picco emozionale di Dopo che, il quale probabilmente vale da solo tutto il resto del cd. Dopo lo scioglimento, avvenuto nel 2001, i Massimo Volume rimangono in silenzio fino al 2008, quando si riuniscono per un evento speciale nella loro Bologna (all'Estragon). Ne viene tratto l'ottimo album dal vivo Bologna, novembre 2008 (****), che ripercorre alcuni dei momenti più esaltanti in particolare del secondo e del terzo album. Ascoltando questo live si ottiene l'esatta misura di quanto fossero mancati nel panorama rock italiano. Del resto i "discepoli" Offlaga Disco Pax, nell'attesa, ci avevano scaldati a dovere. La band si riforma definitivamente in quartetto con il nuovo chitarrista Stefano Pilia e mette sul mercato l'alterno Cattive abitudini (2010 - ***1/2). Litio e Coney Island sono ottimi brani, ma la musica sembra molto meno tagliente rispetto al passato: come se i Massimo Volume si fossero un poco imborghesiti. Massimo Volume / Bachi da Pietra (2011 - ***) è un ep split che vede uniti i Massimo Volume ed i giovani virgulti hard blues Bachi da pietra. Ciascun gruppo suona due brani, coverizzando anche una canzone dell'altro. Niente di imprescindibile, ma Un altro domani rimane un pezzo piuttosto interessante. |