Forse non ha troppo senso chiedersi cosa sarebbe stato oggi di Piero Ciampi e della sua musica. Eppure me lo chiedo, per due motivi. Uno: perchè in fondo non è cambiato niente e ci sarebbe ancora bisogno di qualcuno che, ribelle come lui, facesse a pezzi in musica il finto benessere in cui ci rotoliamo, l'allegra finanza, il mercato globale, la politica dei ricchi e dei corrotti e il degrado sociale che ci affoga nel fango. Perchè lui il degrado lo conosceva, ma quello vero, quello della disperazione, non quello della corruzione , del profitto, dell'approfittarsi, e dell'abuso di potere. Lui conosceva lo squallore dei diseredati, non quello degli eredi di fortune. Mi sarebbe piaciuto sapere cosa avrebbe cantato. E come. E qui si innesta il secondo motivo per cui mi chiedo cosa ne sarebbe oggi di Piero Ciampi. Nonostante il festival di Sanremo, oggi la musica italiana vera vive di tecnologia, si diffonde attraverso internet, ci sono portali e radio web, o intere trasmissioni come quella che faccio io a Radiogas, che si occupano della cosiddetta musica indipendente, che altro non è se non quella fuori dallo strapotere delle major che tanto odiava Piero Ciampi. Oggi Ciampi sarebbe forse più fruibile di allora? Di certo, ai suoi tempi i cachet si pagavano mentre oggi a fronte degli esageratissimi compensi di quei big che non ne vogliono sapere di mollare tipo Vasco Rossi e cantano canzoni sempre più inascoltabili, le band e i musicisti indipendenti vengono pagati poco pochissimo o addirittura niente per i loro live ed è una cosa assurda. Ciampi si sarebbe incazzato moltissimo, lui poi che era sempre a corto di soldi. Ecco, Ciampi era un alcolizzato ma non era rassegnato. Oggi si respira più una certa rassegnazione, nell'attesa che si chiarisca il modo in cui la musica si diffonderà da ora in poi. C'è questa doppia faccia: da un lato è bello avere la possibilità, se uno è curioso e attento, di scoprire cose vere,, nuove, bellissime, di capire che la musica italiana che ci propinano le radio stracommmerciali e la tv delle ventura e delle defilippi è un bidone, un falso, una puttanata, fatta di ragazzini e ragazzine cerini che cantano tutti uguale e che dopo una stagione con la major che li spreme vengono buttati via come bucce di limone. E si scoprono realtà come gli Esterina, i Kobayashi, Celestino Telera, Jackeyed, il Pan del Diavolo e su su fino al teatro degli orrori, ai Virginiana Miller per restare a Livorno, a Cristina Donà che è stata in qualche modo scoperta dal premio Ciampi e che adesso è un'eccezione, è nella scuderia di una major e fa quel che le pare, o agli Zen Circus che hanno aperto una proficua collaborazione con Nada, che credo che stia proseguendo lei la strada indicata da Ciampi, che sia lei che più di chiunque altro lo ricorda e lo esalta nelle sue massime potenzialità. Le che scrive e canta quel che le pare, che si affianca a band coi controattributi, che fanno bello e grande il panorama della vera musica italiana. E' lei la vera rocker nostrana, mica la Nannini. Ciampi l'avrebbe massacrata, una come la Nannini, secondo me. La finta ribelle che viene da una delle famiglie più ricche d'Italia, ma figuriamoci, e canta roba appena più decente della Tantangelo solo perchè schitarra un po' di più, sa suonare, e perchè non fa le rime amore cuore e fiore. Ecco, io sono sempre convinto che certa musica, che poi è anche veramente pop, ma un pop suonato da dio come quello degli Egokid, non sia difficile o ostica ma semplicemente ostacolata, come lo fu quella di Ciampi. Perchè è più impegnata socialmente, perchè è meno televisiva, perchè i manager delle case discografiche trattano la musica come banane invece di tirarsi su i vivai di talenti. Così anche oggi un musicista che vuol suonar quello che gli pare e piace fa da sé, si affida a sé stesso come fece Ciampi, e capita che trovi poi qualche etichetta buona, Trovarobato, Black Candy, Forears, o qualche agenzia di booking che sa lavorare, o se è proprio fortunatissimo un produttore straniero che lo porta via. Nel frattempo, alcuni di noi speaker radiofonici fa quello che facevano le radio libere anni Settanta oppure Radio Capodistria, forse qualcuno se la ricorda, che non passava giorno senza che passasse un pezzo di Piero Ciampi. Facciamo senza illusioni quel che possiamo per far ascoltare quelle musica che fa del panorama italiano un panorama in linea con l'Europa, perchè certa musica cosiddetta indie-rock italiana è di livello internazionale, degna del meglio che ascoltiamo dal Regno Unito, dal Nord Europa, dalla Germania o dagli States. E quella che si inserisce più decisamente nella tradizione nostrana fa impallidire i vari Ligabue da classifica. Ecco perchè a noi che facciamo questo mestiere per passione piace così tanto Piero Ciampi, per la sua caparbia ostinazione nel fare musica vera, non consolatoria, è lui la tradizione a cui ci rifacciamo un po' tutti. |