| Quando si va ad un concerto per ascoltare da vivo un album che ci ha entusiasmato, mentre la band in questione si sistema sul palco si resta sempre col fiato sospeso e le dita incrociate sperando ardentemente che il gruppo non ci deluda. Così mi è successo al circolo Magnolia mentre i Midlake prendevano possesso del palco. Prima di loro, ad aprire la serata, quasi un'ora di set del duo americano Beach House, che con il loro ultimo lavoro, "Teen Dream", si sono conquistati un bel po' di consensi, ma che hanno indubbiamente appesantito, nonostante alcuni brani di qualità, la serata con un'esibizione probabilmente un po' troppo lunga e ripetitiva. |
Ma veniamo ai nostri sette ragazzoni texani che hanno entusiasmato il pubblico, alternando pezzi dell'ultimo album, "The Courage of Others" e del precedente "Trials of Van Occupanther" in una sapiente miscela di atmosfere che hanno rinfrescato la calda serata milanese.
Già vederli dispiegati sul palco è uno spettacolo, con le loro quattro chitarre, che non sono assolutamente troppe, pronti a lanciarsi in "Children of the Gorund" per poi continuare con la bellissima "Van Occupanther" e la title track dell'ultimo album, "The Courage of Others". Il flauto dà ai brani un tocco di magia che si mescola sapientemente con la voce vellutata di Tim Smith. Il ritmo del concerto è sostenuto e i musicisti si lanciano anche in improvvisazioni dal sapore quasi progressive rock con effetti e chitarre distorte, e la cosa bella è che si divertono: si guardano, non riescono a trattenere sorrisi compiaciuti e sembrano sentirsi sempre più a loro agio. Smith dal canto suo, nei momenti strumentali, si ritira a suonare da un lato del palco per guardare i suoi compagni con l'aria compiaciuta di un soddisfatto direttore d'orchestra. Un'ora e mezza senza pause o cali; si ha quasi l'impressione di essere a una festa con i Midlake come maestri di cerimonie. E alla fine, dopo un bis con "Fortune" e un fuori programma, "Branches", richiesta a gran voce da alcuni membri del pubblico, ecco i meritati applausi e, scesi dal palco sorridenti e felici, un po' di chiacchiere con i fan entusiasti della serata. Dopo aver trattenuto il fiato, ora posso quindi respirare tranquillamente e rispondere alla domanda "meglio dal vivo o in studio?" Assolutamente meglio dal vivo per il magico e spontaneo rapporto che, solo con la loro musica, i Midlake sanno instaurare col pubblico.
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