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LIFE ALONG THE BORDELINE – A tribute to Nico

Roma, Domenica 11 Aprile 2010 - Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia
 

Concerto o seduta spiritica? Questa è la domanda dopo aver visto "Life along the bordeline" lo spettacolo/tributo a NICO domenica sera al Parco della Musica a Roma.
Abbiamo assistito ad un concerto vero, suonato e cantato con trasporto da chi NICO l'ha veramente conosciuta o, come la giovanissima Soap&Skin, la deve avere visceralmente amata a posteriori. Insomma più che un cast assemblato da dinamiche promozionali di case discografiche, qui si trattava di una serata amicale per rimpiangere i bei tempi e amici andati.Per sempre.Una grande messa cantata, come quella di Pasqua dove, per i credenti, si celebra Gesù che è morto per i nostri peccati.
 

E a guardarsi intorno l'altra sera ci si sentiva un po' così: a rendere omaggio a chi ha incarnato (fino alle estreme conseguenze) il nostro malessere terreno, la nostra difficoltà di essere vivi. Che in qualche modo ci ha salvati, sacrificandosi per noi. E non c'è spazio per la "maschera" Nico, per il mito, per il suo essere ormai icona. Nessuna immagine a ricordarcela, nessuna presentazione biografica, nessun ammiccamento al gossip sulla Nico tossicomane che dimentica le parole delle sue canzoni, la Nico su cui tutti hanno avevano sempre da raccontare qualche storia sordida. Niente maschera, ma solo la sua anima musicale.

E volutamente si escludono i pezzi più famosi (Chelsea Girl, These Days o i pezzi con i Velvet Underground), che probabilmente incarnano proprio la maschera Nico, come i media ce la ripropongono ancora oggi, preferendo l'anima dei suoi pezzi più oscuri e intimi. E l'anima è viva.
Non farò una recensione pezzo per pezzo, ma alcune cose resteranno nella memoria:
-Afraid (da Desert Shore, 1970) cantata da Laetitia Sadier (la cantante degli Stereolab). Quando nel maggio dell'anno scorso lo stesso tributo era stato allestito a Ferrara questa canzone era stata interpretata da Mark Linkous, il front-man degli Sparkehorse, che qualche settimana fa si è suicidato. E questa canzone amara e disillusa nei confronti della vita ci ricorda come un pugno nello stomaco le anime perse di Nico e Mark. E questa ennesima versione ci inchioda ad un amara verità umana: "consapevoli della morte, condannati a voler bene ai vivi".

-My Hear Is Empty (da Camera Obscura, 1985). Lo scorso anno a Ferrara la stessa canzone era stata cantata da Soap&Skin, che ne aveva fatto una versione cupa ed estremamente drammatica. A Roma il pezzo viene celebrato da Joan As PoliceWoman che, come da suo inconfondibile stile, lo rende più intimo, dolceamaro, più trattenuto
- The Falconer (da Desert shore, 1970) cantata da Lisa Gerrard. A giudicare dall'applausometro è lei la star più attesa della serata. Entra in scena con un sorriso da promoter dell'Avon, con il solito vestito da notte degli oscar edizione 1958 e un acconciatura medioevale, una via di mezzo tra Barbara Alberti e Rita Levi Montalcini. Ma basta che esca la prima nota dalla sua bocca per farci capire che siamo veramente al cospetto di un angelo senza sesso, senza età e senza tempo.

- Win A Few (da Camera Obscura, 1985) cantata dalle sorelline Bianca e Serra Cassedy, ovvero le CocoRosie. La stessa canzone lo scorso anno a Ferrara era stata regalata al vocione di Mark Lenegan e invece qui a Roma viene addolcita dal contrasto delle voci delle CocoRosie: una miagolante e l'altra quasi di impostazione lirica.
- Roses In The Snow (da The Marble Index, 1968), cantata da Mark Lanegan che per fisico, postura, voce, attitudine musicale a mio avviso incarna il "maschile", anche più di Bruce Springsteen.
Ed è commovente come un uomo del genere venga a patti con un pezzo, con un estetica, con un universo così smaccatamente "femminile" come quello di Nico e della sua stessa vita. E' come se tutti gli uomini che le hanno fatto del male (per la loro stessa natura "maschile") le chiedessero "scusa", con il vocione di Mark e i suoi occhi taglienti.

Ma a consuntivo sono tutte esibizioni da ricordare:
-My Brightest Diamond, deliziosa come di consueto e sempre più vocalmente accattivante,
-Soap&Skin, impegnata in contemporanea in un altro concerto solista in un'altra sala ci regala una Tanatore che è già un classico dei suoi set dell'ultimo anno,
-Mercury Rev, che ci ripropongono le orecchiette a punta sfoggiate a Ferrara.

Voto: *****


 Matteo Lion
Scaletta:

Frozen Warnings (John Cale)
Falconer (Lisa Gerrard)
My Only Child (Laetitia Sadier)
Roses In The Snow (Mark Lanegan)
Abschied, (CocoRosie)
Janitor Of Lunacy (Joan As PoliceWoman)
Ari's Song(My Brightest Diamond)
My Heart Is Empty (Joan As PoliceWoman) (http://www.youtube.com/watch?v=JKWAOvbMw7A)
No One Is There (Lisa Gerrard)
Afraid, (Laetitia Sadier)
Sixty - Forty, (John Cale)
You Forgot To Answer (Mark Lanegan)
Win A Few (CocoRosie)
Evening Of Light (Mercury Rev)
Tanatore (Soap&Skin)
Facing The Wind (John Cale)
All That Is My Own (all together)