Il jazz incantatore dei Portico Quartet approda alla XXVI edizione del Verucchio Music Festival (direzione artistica di Ludovico Einuaudi) per la loro quarta data italiana. La cornice è quella della Sala Grande della rocca Malatestiana che con le sue imponenti mura domina il paese e gran parte del territorio circostante. La curiosità di ascoltare dal vivo i bellissimi brani contenuti nel loro ultimo album ("Isla") è tanta e le aspettative, a detta di chi scrive, non verranno deluse! I quattro giovanissimi musicisti riescono a tessere trame musicali avvolgenti, cercando di sfruttare al massimo ogni possibilità sonora del proprio strumento e ipnotizzando per un'ora e mezza gli spettatori presenti. Sperimentazioni e ricerca della melodia riescono a concatenarsi alla perfezione. "Isla" viene eseguito quasi per intero, alternandola ad altri brani tratti dal loro EP "Abbey Road".
La perfetta alchimia che si è creata tra i musicisti riesce a dar vita a splendide versioni di "Isla", "Paper scissor stone" e "Life mask". Notevole anche l'improvvisazione sul finale di "Dawn Patrol" lasciata a Duncan Bellamy (batteria) e Jack Wyllie (sax). Le linee melodiche disegnate dal sax riescono a svilupparsi alla perfezione sui tappeti sonori creati dall'hang di Nick Mulvey mentre il contrabbasso di Fitzpatrick ricama o funge da contraltare alle melodie di Wyllie. In contrapposizione all'hang di Mulvey, la batteria di Bellamy è l'elemento essenziale per le svolte acide. Nessun rimorso, nessuna delusione, il sound ipnotico dei Portico Quartet risulta estremamente affascinante sia su disco che dal vivo; in quest'ultimo caso però bisogna ammettere che i Portico trovano la loro massima espressione.
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