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ANCORA DALLA PARTE DELLE BAMBINE - Loredana Lipperini

Perchè le figlie di chi lottava per la parità dei sessi sognano di sculettare seminude al fianco di un rapper?

Di David Fiesoli

Quarant'anni di femminismo e per le donne va sempre peggio. O almeno, non come sarebbe potuta (e dovuta) andare. Negli anni settanta, Elena Gianini Belotti in "Dalla parte delle bambine", libro che divenne manifesto della lotta per la parità dei sessi in Italia, raccontò come l'educazione sociale e culturale all'inferiorità femminile si compisse nel giro di pochi anni, dalla nascita all'ingresso nella vita scolastica. Ebbene, le cose non sono cambiate, anche se le apparenze sembrano andare nella direzione contraria. Ma ingannano, e lo svela la giornalista e scrittrice Loredana Lipperini nel suo libro "Ancora dalla parte delle bambine" (Feltrinelli, pp.284, euro 15), che potrebbe (dovrebbe) diventare un nuovo manifesto per una nuova lotta delle donne verso una parità che ancora, fin dall'infanzia e dalla scuola, continua ad essere negata, contrastata, minata alle radici.

  Il libro è nato proprio da un incontro a Bari tra Loredana Lipperini ed Elena Gianini Belotti: "E' un libro ancora attuale, il mio?", "Certo, ma andrebbe aggiornato", "Fallo tu". E dall' "aggiornamento" emerge uno scenario disarmante. La Lipperini parte da dati inequivocabili, che dimostrano quanto sia falsa l'immagine della donna vincente e paritaria. Lavora il 47% delle donne, più al Nord che al Sud, ma ben l'80% part-time, e non per scelta. Nel 90% dei casi la cura della casa, dei bambini e dei genitori anziani spetta alle donne. Nella scuola il 65% dei dirigenti scolastici è maschio, nell' Università la cifra sale all'85%. Nelle trasmissioni televisive le donne che fanno politica sono quasi invisibili: una presenza del 3%.

E sapete chi svetta tra le presenze femminili in tv? Le cartomanti.
Il World Economic Forum nella sua indagine sulla parità economica e professionale tra donne e uomini ha precipitato l'Italia all'ottantasettesimo posto, ultima dell'Unione Europea: la tanto vituperata (da noi italiani) Romania è al quarantasettesimo. Infine, le cifre della violenza: il 39,7% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza, prevalentemente dal marito o dal fidanzato.

Partendo da queste cifre così dure, la Lipperini si è chiesta perchè le conquiste sociali e politiche rischiano oggi di scivolar via come acqua. Nessuno, è vero, impone più il grembiulino rosa alle bambine dell'asilo, ma in tutti i toni del rosa è dipinto il mondo di Barbie e delle sue molte sorelle. Libri, film e cartoni propongono, certo, più personaggi femminili di un tempo: ma confinandoli nell'antico stereotipo della fata e della strega. Ancora: l'immaginario recente tende a fotografare una scuola divisa in bulli e brave alunne, ma è proprio nel (presunto) rispetto delle regole che si fonda la creazione di un piccolo branco femminile che, crescendo, tramanderà a sua volta frustrazione, sudditanza, impotenza, rancore alle proprie figlie: "del resto, basta gettare uno sguardo al mondo adulto occidentale, dove è in atto quella che non sembri esagerato chiamare una guerra contro le donne, con relativi morti e feriti, mentre la rappresentazione e la narrazione del femminile dipingono un panorama dove le donne sarebbero potenti come gli uomini perché in grado di licenziare un subordinato, o di consumare sesso, con lo stesso cinismo".

Forse coloro che volevano tutto (il sapere, la maternità, l'uguaglianza, la gratificazione) si sono accontentate delle briciole apparentemente più appetitose. Ed è ancora una volta negli anni dell'infanzia che le donne vengono indotte a consegnarsi a una docilità oggi travestita da rampantismo, sempre destinate a una vita subordinata.