Anno di pubblicazione: 2015 Provenienza: Italia Genere: leggera italiana, folk Voto: ***1/2 Brano migliore: La banda dei topini
Commento: La scomparsa di Majorana poteva essere un titolo ispirato alla figura del misterioso fisico siciliano (vi ricordate anche il testo di Mesopotamia di Franco Battiato?), oppure al libro di Salvatore Sciascia che ne tratteggiava la storia. Dopo si è capito che invece era riferito allo stesso Flavio Giurato, il quale ha annunciato che probabilmente questo sarà l'ultimo disco di canzoni della sua carriera. Ed un buon disco, al solito molto diverso dagli altri, eppure assolutamente attinente al suo stile. Dall'esercizio in fingerpicking di Los Alamos, fino all'originalissima odissea consumistica de La grande distribuzione, si dipana la classica poetica giuratiana, posta forse a metà strada tra la romanità di Franco Califano e l'aristocratica ed amara ironia di Giorgio Gaber. L'unico torto di questo album (e forse dell'intera discografia di Giurato) è quello di preferire la potenza delle parole a quella della musica, basandosi quasi esclusivamente sul binomio chitarra acustica / voce, con arrangiamenti sempre minimalisti oltre ogni misura. Per me non è un peccato da poco, ma il disco vale più di un ascolto perché mai banale. D'altronde è nelle prerogative tipiche del personaggio.
Assomiglia a: Vedi sopra, ma Flavio Giurato è uno degli artisti più originali dell'intera storia del cantautorato italiano. Dove ascoltarlo: a Berlino, in un grande centro commerciale situato proprio vicino alla "Porta di Bandesburgo". |