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JOY CUT - Ghost Trees Where To Disappear

 

Anno di pubblicazione: 2011

Etichetta: Pillow Case Records

Provenienza: Italia

Genere: Post Rock

Voto: ***

Brani migliori: W4U, GTRC, The Fall

 

Dopo aver esplorato lo scenario urbano nella sua decadenza con The Very Strange Tale Of Mr. Man (Pillow Case Records 2007), i JoyCut tornano a distanza di quattro anni con un nuovo lavoro in cui continuano ad esplorare il mondo contemporaneo, uscendo questa volta dalle città, per cercare pace nel verde delle foreste che, seppure violentate dall'abuso dell'uomo, restano l'unico rifugio possibile per riuscire a respirare liberamente. Il cemento e l'acciaio si dissolvono per lasciare spazio a una natura rimasta ormai unica portatrice della saggezza di tempi passati. E allora ecco Ghost Trees Where To Disappear, album registrato interamente a Londra, nel sobborgo di Hakney, ai Premises Studios, primo studio di registrazione europeo interamente alimentato da energia solare, già, perchè Mr Man non si accontenta più di starsene in disparte a guardare, ma cerca attivamente di salvare il suo mondo (e lo stesso fanno i JoyCut), o per lo meno quello che ne rimane, attraverso un attento impegno ecologico. Prodotto da Jason Howes (già Bloc Party, Arctic Monkeys, Lily Allen, Art Brut, Hot Chip) l'album ha dato alla band un'investitura internazionale portandoli a suonare al Canadian Music Fest, passando per il Balcony TV Show di Dublino, Il CO2 di Copenhagen, fino all’I-Day con gli Arcade Fire.

Entrando però nel vivo dell'album dopo tanti preamboli, già ad un primo ascolto si può cogliere un profondo senso di coesione tra le tracce di questo lavoro, tanto da potersi un po' confondere una con l'altra per un orecchio distratto. Il sound intriso di effetti di distorsione è elegante e sembra a tratti suggerire uno scenario futuristico e post-atomico. Diciamola tutta, c'è un bel po' di elettronica anni Ottanta, riletta però in chiave presente e spogliata di inutili orpelli che si spegne in finali bruschi e inaspettati. Le tredici tracce che compongono Ghost Trees Where To Disappear sono perfettamente bilanciate e episodi più lenti, forse quelli meglio riusciti, si alternano con altri più ritmati e travolgenti in modo da non lasciare mai l'ascoltatore solo nel suo viaggio. A voler proprio trovare un difetto in questo album, forse si potrebbe dire l'eccessiva frammentazione, ossia, sarebbe forse stato meglio avere meno tracce ma un po' più lunghe (come appunto era in The Very Strange Tale Of Mr. Man) che tredici, in fin dei conti, molto brevi.

Ma detto questo, se ci sono voluti quattro anni per questo nuovo disco, benissimo, che i JoyCut si prendano tutto il tempo che vogliono e continuino dritti per la loro strada, e soprattutto con lavori a questo livello!

 Francesca Ferrari