Anno di pubblicazione: 2014 Provenienza: Italia Genere: leggera italiana Voto: ***1/2 Brano migliore: I capolavori di Beethoven
Commento: Fino ad oggi la discografia di Mario Venuti è stata la fiera del "vorrei ma non posso". Le troppe comparsate sanremesi, che comportano di sottostare ad un preciso disegno sonoro (dall'arrangiamento orchestrale, al formato radiofonico da grande network), hanno impedito al cantautore siciliano di osare. Ecco che, con l'aiuto di Kaballà e di Francesco Bianconi dei Baustelle, finalmente Venuti azzecca un gran bel disco di pop intelligente ed il bello è che quasi nessuno nutriva dubbi sul fatto che lui avrebbe potuto farlo. L'album si apre con due brani dotati di testi tipicamente "baustelliani" (Il tramonto, Ite missa est), ma con una veste sonora che ricorda da vicino il Battiato disco - kitsch di Mondi lontanissimi. Ed il colpo al cuore lo si ha in effetti quando lo stesso maestro catanese presta la propria voce al duetto da brividi I capolavori di Beethoven. Altri brani di grande livello sono Passau a cannalora (ma come gli sarà venuta l'idea di far cantare il toscano Bianconi in dialetto siciliano?), Arabian Boys e L'alba. Che si sia di fronte ad un Venuti senza paura lo si capisce quando spavaldo presenta una cover dei Wilco (Ciao American Dream, che altro non è che Ashes Of American Flags della grande band di Chicago), oppure duetta con Alice e Giusy Ferreri.
Assomiglia a: Francesco Bianconi è l'ingombrante dominatore di questi undici brani (anche se Kaballà fornisce la consueta pulizia pop nella produzione); per questo si può dire che Il tramonto dell'occidente sta a metà strada tra gli album dei Baustelle e le canzoni di successo scritte da Bianconi per Irene Grandi. Dove ascoltarlo: su Radio Italia, anche se è un po' sovversivo. |