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Roberto Ottaviano – Forgotten Matches. The Worlds Of Steve Lacy (1934 – 2004)

Anno di pubblicazione: 2015

Nazione: Italia

Genere: jazz

Giudizio: ****

 

Brani: Trickles / Gay Paree Bop / The Rent / Blues For Aida / Cette fois / Herbe de l'oubli / Clichès / We Don't / The Crust / Utah / Bookioni / That's For JJ (Dedicated To The Late Jean Jacques Avenel) / Flakes / What It Is / A.H. / Hemline / Angels, Friends, Neighbours / The Seagulls Of Kristiansund / Wickets / Una specie di roba mista, Poly - Free Independent / Agenda / Orange Grove / That's For Gilles (Dedicated To The Late Gilles Laheurte)

Brano migliore: What It Is

Musicisti: Roberto Ottaviano (sax soprano), Glenn Ferris (trombone), Giovanni Maier (contrabbasso), Cristiano Calcagnile (batteria), Alexander Hawkins (pianoforte)

 

Steve Lacy è stato uno dei pochi giganti della storia del sax soprano. Un gigante che peraltro ha saputo attraversare diversi momenti del jazz, lasciando ovunque la sua impronta (anche se la più duratura eredità ha riguardato la sua fase più avanguardista). Ottaviano, da devoto ammiratore ed allievo di Lacy, ci regala oggi un emozionante doppio cd, che esplora due dei formati prediletti dal maestro. Nel primo cd si sviluppa il dialogo con un altro fiato (in questo caso il giocoso trombone di Glenn Ferris), senza il sostegno ritmico del pianoforte. Il secondo cd viceversa vive esclusivamente sul dialogo soprano / pianoforte. A ben vedere, considerando la lunga carriera di Lacy, manca qui di essere rappresentata soltanto la passione per la "solo performance" (peraltro condivisa con l'altro gigante del soprano, Dave Liebman).

La prima parte del disco è più convenzionale nel riproporre i temi di Lacy e quindi è tutto un rincorrersi tra le sincopi dell'hard bop e lo stridore del free jazz. Qui appare nitida la discendenza che, per il tramite di Lacy, parte da Thelonious Monk ed arriva appunto ad Ottaviano.

Nel secondo cd si cerca viceversa di far rivivere la magica intesa che unì Lacy al pianista Mal Waldron. Il giovane pianista inglese Alexander Hawkins è geniale nel fare da contrappunto al pensoso solismo del leader. I brani in questo caso sono spesso firmati proprio dai due e si riducono al minimo indispensabile le riletture dal catalogo originale di Lacy.

In definitiva si tratta di un omaggio riuscitissimo, a cominciare dalle splendide note di copertina, scritte dallo stesso Roberto Ottaviano, che rievocano con grande rispetto e partecipazione l'amicizia con il proprio maestro. Queste sono partite che non andrebbero mai dimenticate.

 

 Lorenzo Allori