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AA.VV. – God Don’t Never Change: The Songs Of Blind Willie Johnson

Anno di pubblicazione: 2016

Provenienza: U.S.A.

Genere: blues

Voto: ****

Brano migliore: Dark Was The Night / Cold Was The Ground


Commento: Meno noto del coevo Robert Johnson, il quasi omonimo Blind Willie, misterioso musicista cieco (ma qualcuno ipotizza che sia stato soltanto ipovedente), è comunque uno dei grandi numi tutelari della musica moderna. Basta scorrere i titoli di questo meritorio tributo messo insieme dalla sempre meritoria casa discografica Alligator. Molte di queste canzoni, pur con titoli leggermente differenziati, sono arcinote al pubblico del rock, perché saccheggiate a dovere nell'epoca d'oro. Nel tributo risplende soprattutto uno straordinario Tom Waits (qualcuno ha ancora il coraggio di non definirlo un bluesman a tutti gli effetti? John Hammond Jr. ci aveva giusto quando incise il suo Wicked Grin) con The Soul Of A Man e John The Revelator. Lucinda Williams ha la dote ambivalente di riuscire a fare sua qualsiasi canzone canti. Comunque tra le sue reinterpretazioni meglio Nobody's Fault But Mine di God Don't Never Change. Appaiono poi molto corretti gli interventi dei musicisti soul / gospel o di area sudista. L'unico limite di un album come questo è la poca voglia di rischiare. Ecco perché sono particolarmente degni di nota l'arrangiamento della Trouble Will Soon Be Over di Sinead O'Connor, il duetto virtuale tra le voci di Margo Timmins (Cowboy Junkies) e dello stesso Blind Willie Johnson (Jesus Is Coming Soon) o la delizia tra folk e New Orleans di Dark Was The Night / Cold Was The Ground realizzata da Rickie Lee Jones (sempre sia lodata). La musica di Blind Willie Johnson ha circa 80 anni, ma sembra proprio non sentirli.


Assomiglia a: canzoni che conoscete già, ma non sapevate bene chi le aveva scritte.

Dove ascoltarlo: in una pianura spazzata da venti fortissimi.

 Lorenzo Allori