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Grandaddy – Last Place

Anno di pubblicazione: 2017

Provenienza: U.S.A.

Genere: indie rock

Voto: ***

Brano migliore: The Boat Is In The Barn


Commento: Il re degli sfigati, Jason Lytle, ha deciso di riformare i Grandaddy dopo molti anni di silenzio discografico. La notizia era di quelle capaci di rendere felici migliaia e migliaia di appassionati di musica rock perché i Grandaddy, circa venti anni fa, erano stati una band davvero epocale. Potremmo definirla la risposta americana e scazzata ai Radiohead. Questo nuovo Last Place è purtroppo solo dignitoso e ben lontano dai fasti di capolavori assoluti quali Under The Western Freeway (1997) o The Sophtware Slump (2000). Innanzi tutto ci sono molte più chitarre (e molta meno elettronica), poi in generale c'è un'ancora più pervicace ricerca sul tema della ballata dolente. Una ricerca così reiterata da essere alla fine stucchevole (aggiungiamoci poi certe aperture finto orchestrali, che sono ormai datate, mentre nel 2000 ci facevano dare di gomito con il vicino). Dei brani briosi innaffiati di innocuo power pop, manco parlo, ma tanto si sa che sono carini. Lytle ci mette del bel mestiere e sforna due pezzi gloriosi dei suoi (The Boat Is The Barn, This Is The Part), ma ciò non basta a celebrare la resurrezione dei Grandaddy.


Assomiglia a: ad una jam tra Eels, primissimi Foo Fighters e Arab Strap.

Dove ascoltarlo: ad un barbecue nel giardino del vicino a cui davate di gomito nel 2000 ascoltando i Grandaddy. Tra parentesi complimenti per i gusti vostri e del vicino. Basta che non sia un barbecue vegano e ci vengo anch'io.