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Pain Of Salvation – In The Passing Light Of Day

Anno di pubblicazione: 2016

Provenienza: Svezia

Genere: progressive metal

Voto: ***1/2

Brano migliore: Angels Of Broken Things


Commento: I Pain Of Salvation sono una leggenda del prog metal e su questo spero che nessuno voglia prendersi la briga di discutere. Proprio per questo, essendo alfieri di un genere così controverso, i Pain Of Salvation hanno sollecitato una forte polarità nei giudizi critici. Ci sono dei veri e propri haters, che sono pronti a sminuirne ogni disco, così come ci sono dei fans che li considerano i migliori qualsiasi cosa decidano di fare. A parte il fatto che gli haters di cui sopra curiosamente sono persone che hanno speso gran parte della loro vita ad ascoltare solo prog, per poi accorgersi sulla via di Damasco che il genere in questione è sempre sul limite di essere freddo, anacronistico ed iper tecnico, occorre sicuramente mantenere un certo equilibrio. Innanzi tutto In The Passing Light Of Day è un deciso ritorno verso le atmosfere autenticamente metalliche dei primi album della band svedese, quelli unanimemente considerati i migliori della loro carriera. On A Tuesday, Tongue Of God, Full Throttle Tribe o Angels Of Broken Things sono canzoni vibranti e potenti, arrangiate in modo fantasioso e sostanzialmente impeccabile. Oltre a queste, si possono ascoltare un paio di ballate niente male come Silent Gold e The Passing Light Of Day. Poi ovviamente la voce di Daniel Gildenlow è troppo enfatica, la freddezza tecnica prevale sulla parte emozionale ecc. ecc. ma questo è il prog metal, bellezza!


Assomiglia a: Opeth, Savatage

Dove ascoltarlo: nelle corsie di un ospedale psichiatrico.


 Lorenzo Allori