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The Magnetic Fields – 50 Song Memoir

Anno di pubblicazione: 2017

Provenienza: U.S.A.

Genere: indie rock

Voto: ***

Brano migliore: '72 Eye Contact


Commento: Stephin Merritt ed i suoi Magnetic Fields hanno fatto per davvero la storia dell'indie rock. 69 Love Songs (1999) è stato un capolavoro di felice ispirazione pop, che poche altre band del genere hanno saputo eguagliare. Merritt però non ha perso il vizio del gigantismo (là venivano presentate ben 69 canzoni d'amore) e questa volta ci presenta un album suddiviso in cinque cd, con cinquanta canzoni, ciascuna dedicata a raccontare un anno della sua esistenza tra il 1966 ed il 2015. A coronare il tutto ha aggiunto alla confezione un libretto illustrato con testi e commenti, lungo più di cento pagine. Musicalmente il disco sfrutta il classico minimalismo dell'autore, con grande sfoggio di sintetizzatori e tastierine di ogni tipo, sulle quali appoggiare la sua profonda voce baritonale, mentre dal punto di vista delle liriche si cavalcano gli stessi lidi di album profondamente depressi e proustiani come Blinking Lights And Other Revelations degli Eels o Carrie & Lowell di Sufjan Stevens. Resta la domanda su come si possa essere così tanto presuntuosi ed autoreferenziali da credere che possa interessare ad un rock fan ogni singolo problema che abbia più o meno segnato la tua vita. Merritt invece non si fa particolari domande e ci costringe ad ore di ascolto piazzando, beninteso, almeno un paio di canzoni davvero notevoli per ciascun dischetto del cofanetto.


Assomiglia a: vedi sopra.

Dove ascoltarlo: in una stanza piena di annuari delle scuole.

 Lorenzo Allori