Commento: Tom Jones si affida alle sapienti mani del produttore americano Ethan Jones per realizzare un disco che renda finalmente giustizia alla sua voce bluesy. Effettivamente dimenticatevi Sex Bomb o tamarrate di quel tipo, qui sono presenti solo canzoni che richiamano la grande tradizione musicale americana, con reinterpretazioni di nomi celebri (Bob Dylan, Billy Joe Shaker e John Lee Hooker, tra gli altri) ed originali di buon livello. Il suono è credibile e di grande qualità grazie soprattutto al contributo di session men delle scene di Austin e Nashville (tra cui il mai troppo lodato David Rawlings alla chitarra), per cui il giudizio sull'incisione sarebbe più che buono; rimane però il dubbio di un'operazione che sembra più figlia di un'astuta strategia commerciale per rilanciare una carriera ormai giunta alla fine del viaggio, che di autentica ispirazione artistica. Passi che un vecchio dinosauro come Neil Diamond (comunque grande autore rock all'inizio degli anni '60) si metta a ripercorre le tracce delle American Recordings di Johnny Cash, ma se lo fa Tom Jones qualche dubbio è lecito averlo. Quando poi si ha l'ardire di accreditarsi la paternità delle parole e della musica di Ain't No Grave, canzone tradizionale incisa dal cantante country Claude Ely nel lontano 1953 e che recentemente ha anche intitolato un album di Johnny Cash, significa non mostrare grande rispetto per la storia che si sta cercando di omaggiare. Karaoke ben fatto. Assomiglia a: Johnny Cash Dove ascoltarlo: in una posada al confine tra Texas e Messico
|