California Jamming (1974 - **1/2) è un live album su singolo cd in cui la scaletta è rappresentata da brani molto lunghi e con frequenti accenni blues. Ritchie Blackmore è il vero grande protagonista di questo lavoro che è facile trovare in offerta nei mercatini di cd. I contrasti tra Blackmore da una parte ed il duo Glenn Huges / John Lord dall'altra provocano l'allontanamento del primo, che darà un contributo fondamentale alla nascita del moderno heavy metal, fondando i Rainbow con Ronnie James Dio. Il posto di Blackmore viene preso dall'americano Tommy Bolin, musicista che asseconda perfettamente gli estri funk rock di Huges. Molti oggi tendono a rivalutare l'insuccesso di Come Taste The Band (1975 - **), ma io mi chiedo come si faccia. Il suono di questo album è molto più raffinato ed interessante degli album storici dei Deep Purple, ma le canzoni dove sono? Certo la sola Dealer non basta a salvare il Mark IV dal naufragio. Il gruppo si scioglie nella generale indifferenza e pochi si accorgeranno, l'anno seguente, della tragica morte per overdose di Tommy Bolin. La bontà tecnica di questa singolare formazione della band viene testimoniata dal discreto doppio dal vivo Made In Europe (1976 - ***), in cui risplendono soprattutto i brani del periodo Coverdale / Huges. Con una delle reunion più clamorose della storia del rock (quando ancora non usava), il Mark II (Gillan, Glover, Blackmore, Paice, Lord) torna in pista per realizzare la bella prova di Perfect Strangers (1984 - ***1/2), un'oasi di classic hard rock nel Sahara del glam metal imperante in quegli anni. Ai consueti ingredienti di inizio anni '70, la band questa volta aggiunge il recupero di un certo gusto prog rock mutuato dai Rush; lo testimoniano i tappeti di tastiere della bellissima title track. Da non dimenticare poi la formidabile Knocking At Your Back Door. I continui litigi tra le personalità forti di Ritchie Blackmore e Ian Gillan (le due facce più conosciute dai fans), provocano l'insuccesso di The House Of The Blue Light (1987 - **1/2). I singoli Bad Attitude e Call Of The Wild non riescono a bissare il successo di Perfect Strangers e, per inciso, nemmeno vedono col binocolo quello del coevo disco dei Whitesnake del vecchio amico Coverdale. Neanche il successivo doppio dal vivo Nobody's Perfect (1988 - **) riesce ad invertire la tendenza, che porta inevitabilmente ad un nuovo scioglimento. Invece Blackmore riesce a convincere gli altri a fare fuori il solo Ian Gillan. Il nuovo cantante è un certo Joe Lynn Turner, ma in pochi se ne ricorderanno, così come del disco più brutto del gruppo: Slaves And Masters (1990 - *). La paziente opera di mediazione di Roger Glover e Ian Paice, riporta Ian Gillan nella formazione dei Deep Purple. The Battle Rages On (1993 - ***) è album di dignitoso livello, soprattutto grazie alla bella title track ed alla consueta maestria di Ritchie Blackmore negli assoli di chitarra. Il successivo album dal vivo Come Hell Or High Water (1994 - *1/2) risente invece di una produzione pessima e del calo di forma delle corde vocali di Gillan. Paurosa la regressione sulle note vertiginose di Child In Time. Ritchie Blackmore sbatte la porta e lascia i Deep Purple alla ricerca di un nuovo chitarrista con le date di un tour americano già fissate da tempo. All'inizio il posto viene preso da Joe Satriani, che però si scopre sul campo troppo "esuberante" per le necessità della band. Viene quindi reclutato il prog rocker Steve Morse, che darà finalmente la stabilità tanto agognata ai Deep Purple. Perpendicular (1996 - ***) è un nuovo promettente inizio, con un sound molto più "americano" rispetto al passato e buone canzoni come Ted The Mechanic, Cascades / I'm Not Your Love e soprattutto Sometimes I Feel Like Screaming. Il doppio dal vivo Live à l'Olympia '96 (1997 - ***), registrato nel famoso tempio del rock parigino, evidenzia la grande tecnica di Steve Morse e le condizioni di forma, tornate accettabili, delle corde vocali di Ian Gillan. Ovviamente i momenti migliori sono riservati al repertorio storico (su tutte una bella resa di Black Night). Abandon (1998 - **) è un nuovo passo indietro. Il gruppo sembra stanco e problemi di salute dello storico tastierista John Lord (morto nel 2011) sembrano certificarne la prossima fine. Ormai i Deep Purple riservano le energie migliori ai tour ed ai conseguenti dischi dal vivo. Total Abandon (1999 - ***) è l'ennesimo doppio di buon livello. "Made In Australia"? Più o meno. John Lord lascia il gruppo per essere sostituito da Don Airey. Bananas (2003 - **1/2) e Rapture Of The Deep (2006 - **1/2) sono due album in studio, dal simile mediocre livello, che sottolineano la nuova leadership di Steve Morse sul glorioso combo britannico. Sono prodotti gemelli anche i due album dal vivo In Concert With The London Symphony Orchestra (2000 - ***) e Live At Montreux (2011 - **). Entrambi con pomposi arrangiamenti orchestrali che vorrebbero rinverdire (si fa per dire) i fasti dei Deep Purple "progressivi" di fine anni '60. Tra i due si lascia preferire il primo per l'ospitata di Ronnie James Dio, una voce invecchiata molto meglio di quella di Ian Gillan. |