Meno bello del predecessore, Black Market Music (2000 - ***1/2), mantiene comunque un gran bel livello. La ferocia qui ritorna ad un livello simile a quella dell'esordio, ma non ne risente la capacità di indovinare il ritornello killer. Ancora oggi Taste In Men, Special K e Slave To The Wage rimangono tra le canzoni preferite da ogni fan dei Placebo che si rispetti. Ancora meglio del predecessore risulta Sleeping With Ghosts (2003 - ***1/2). I Placebo continuano ad essere dei beniamini della critica, anche se la loro musica ricerca spesso il beat ruffiano e la semplicità. Buon segno, significa che il talento c'è ed è evidente a chi ha la puzza sotto il naso per natura. In questo album è contenuta forse la canzone più trascinante di tutto il repertorio (The Bitter End) ed altri gioielli più meditativi come la title track, English Summer Rain o Special Needs. Covers (2003 - **1/2) è esattamente quello che promette il titolo: una raccolta di reinterpretazioni di canzoni che hanno influenzato la formazione della band. Sorprendono certe scelte raffinate (Kate Bush, Big Star), ma poi si va piuttosto nell'ordinario con rivisitazioni di brani di Pixies, The Smiths e T-Rex. I problemi di tossicodipendenza di Molko e Olsdal sono l'argomento principale delle liriche di Meds (2006 - **1/2). Si tratta di un album involuto che, a parte la title track, non mostra canzoni "forti". Sembra evidente che occorre effettuare un cambiamento di stile per evitare di ripetere gli stessi clichè all'infinito. Il colpevole viene individuato in Steve Hewitt, che viene licenziato da Molko senza troppi complimenti. Dietro alle pelli siederà da ora in poi l'inglese Steve Forrest. Dal tour di Meds viene tratto il bell'ep dal vivo (otto brani) Live At La Cigale (2006 - ***1/2). I Placebo confermano di essere una grande live band (con aggiunta di una seconda chitarra e delle tastiere) ed in questa dimensione molte canzoni del disco precedente risultano più convincenti (Meds, Infra-Red, Drag). Nonostante due singoli dozzinali come Ashtray Heart (dance rock in stile Franz Ferdinand) e For What It's Worth, Battle For The Sun (2009 - ***) è un album piuttosto riuscito. Brillano le canzoni più melodiche: Battle For The Sun (la migliore del disco), Speak In Tongues, Happy You're Gone e Come Undone. Non mancano comunque episodi più cattivi, come l'inizio al fulmicotone di Kitty Litter. |