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IL CASO THOMAS CRAWFORD

(Fracture)

di Gregory Hoblit (USA, 2007)
con Anthony Hopkins, Ryan Gosling, David Strathairn, Rosamund Pike, Embeth Davidtz, Billy Burke, Cliff Curtis, Bob Gunton




Visionando le decine di pellicole che arrivano dalla grande distribuzione statunitense nel nostro paese e in particolar modo quelle legate al genere thriller, non si può che scongiurare il peggio e sperare che ciò che abbiamo letto sul tal regista o sull'opera in questione, non sia il frutto di una mazzetta ma di un sincero apprezzamento.

 "Il caso Thomas Crawford" non rientra nelle sorprese, non spezza la maledizione e si inserisce di diritto in quel filone di cinema, in quel modo di intendere il grande schermo che ha molto più a che fare con logiche masochistiche e di mercato che altro.
La storia è banale, come spesso accade c'è il buon avvocato che rinuncia alla carriera per la gloria, al servizio del procuratore generale di Los Angeles, descritto come un brav'uomo che dispensa consigli ai suoi fedeli dipendenti e c'è il cattivo che ammazza e ingiuria senza rimorso alcuno ma con tanta voglia di divertirsi.
 

Vincerà il primo ma questo non cambia perché ne hanno girati altrettanti dove a primeggiare è il malvagio, i cliché sono tanto numerosi che le via di fuga sono molto limitate e per scovarle servirebbe ben altro delle limitate capacità intellettuali e registiche di Gregory Hoblit.

Il personaggio principale è interpretato da Ryan Goslin che non meriterebbe neanche di essere ricordato se non per il fatto di essere pari, riguardo a incapacità, solo all'eroina del film, la bellissima Rosamund Pike. Carriere di letto.

Una menzione particolare la merita Sir Anthony Hopkins che trova snob rivelare ai giornalisti come, vecchio ed annoiato, reciti solo per i soldi; come spesso gli accade anche in questo caso ha rilasciato una dichiarazione superflua perché ad oggi, anche coloro che l'avevano confuso con un grande attore si sono resi conto dell'errore nel quale sono incappati.

Infine, il film non trova scampo neanche nella fotografia di Kramer Morghenthau che sembra quella di un dvd pirata ripreso illegalmente al cinema da un ragazzino in fondo alla sala, nè nella sceneggiatura che è di una banalità ridicola. La speranza di poter vedere un bel film in una sala cinematografica italiana non è perduta ma si assottiglia tutti i giorni di più, la produzione di pellicole del genere è allarmante e la noia alle stelle.

L'inviato Morellik