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I 400 COLPI

(Les 400 coups)

di François Truffaut (Francia 1959)
con Jean-Pierre Léaud, Claire Maurier, Albert Rémy, Jeanne Moreau, Guy Decomble

Nel 1959 a soli 27 anni il giovane regista esordiente François Truffaut impressionò il mondo del cinema con uno dei film più intensi e coinvolgenti di sempre: I 400 colpi.
L'accoglienza riservata alla pellicola fu talmente entusiastica che il film fu premiato con il Premio della Giuria al Festival di Cannes nello stesso anno divenendo, fin da subito, una delle icone della Nouvelle Vague.

Truffaut prima di questo lavoro era già conosciuto, non tanto per aver diretto alcuni cortometraggi, quanto per la sua attività di recensore e critico di cinema per la rivista "Les Cahiers du cinéma" fondata da Andrè Bazin alla memoria del quale è dedicato I 400 colpi.

Il film, primo della serie di cinque lavori che narrano della vita di Antoine Doinel, racconta la storia di un ragazzino alle prese con il passaggio tra la giovinezza e l'età adulta.

 

Antoine Doinel, interpretato da Jean-Pierre Léaud, è un giovane irrequieto, trascurato dalla famiglia che passa le giornate a combinare marachelle (in francese l'espressione "i 400 colpi" ha proprio questo significato) e che viene rinchiuso in un riformatorio per aver commesso un piccolo furto.

Il piccolo Doinel ricorda da vicino l'infanzia dello stesso Truffaut a sua volta ignorato dalla madre, con grossi problemi nei confronti delle istituzioni scolastiche e amante appassionato della letteratura, passione trasmessagli dalla nonna materna con il quale è cresciuto.
Anche grazie alla commistione tra autobiografia e invenzione, il cinema di Truffaut è così passionale, malinconico e capace di emozionare, da coinvolgere lo spettatore rendendolo partecipe delle disgrazie del piccolo Antoine tanto da farlo esultare quando lo vede correre, finalmente libero, verso il mare con i capelli al vento in una delle scene più famose della storia del cinema.

Nella sua lunga e prolifica carriera François Truffaut non abbandonerà mai il personaggio Antoine Doinel, seguendone l'evoluzione e la crescita accompagnandolo in tutte le fasi della vita fino alla maturità, scegliendo sempre come interprete il grande Jean-Pierre Léaud che lo ha caratterizzato e personalizzato dandogli una forza e un taglio inimitabile, irripetibile.

L'inviato Morellik