On Air Stiamo trasmettendo:
Day Dream con Marco Monzali

Parola di DJ

newsletter
Vuoi essere informato su tutte le novità di Radiogas?
Iscriviti alla nostra newsletter
Scrivi la tua email



I VICINI DI CASA

(Neighbours)
Di: John G. Avildsen (USA, 1982)
Con: John Belushi, Dan Aykroyd, Cathy Moriarty, Kathryn Walker, Lauren-Marie Taylor





"Animal House"? Scordatevelo.
"The Blues Brothers"? Vi piacerebbe...
"1941: Allarme a Hollywood"? Un abisso.
Qui c'è un John Belushi come non lo avete mai visto: è un tranquillo e noioso impiegato che vive una vita noiosa e tranquilla con la moglie spallata, finché non bussa alla sua porta una bella gnocca (è Cathy Moriarty, la donna di Robert De Niro in Toro Scatenato). Ma ben presto scoprirà che insieme a lei c'è un pazzo (è Dan Aykroyd, qui per l'occasione biondo e con gli occhi azzurri che gli danno ancor di più un' aria da psicopatico) festaiolo, in realtà molto furbo, e che sono i suoi nuovi vicini di casa. All'inizio fa di tutto per liberarsene, ma poi...

Che dire? John Belushi e Dan Aykroyd si sono scambiati i ruoli. Infatti, fino all'inizio delle riprese la parte del pazzo era di John, mentre Dan, che ha sempre fatto la parte di quello più tranquillo (anche se fino ad un certo punto...) doveva essere il palloso impiegato. Ma questo era scontato, così i due hanno deciso all'ultimo minuto di scambiarsi i ruoli. Devo dire che sono bravissimi tutti e due lo stesso. Ma qualcosa non funziona.

Innanzitutto il regista. John G. Avildsen ("Rocky", "Rocky V"," Salvate la tigre"...) non ha la vena buffonesca di John Landis, nè il talento goliardico che in qualche modo è riuscito a dimostrare Steven Spielberg in 1941. Poi la sceneggiatura che, nonostante ci siano delle situazioni e delle battute divertenti, sembra girare a vuoto e non arrivare mai al dunque e sembra anche che non sappia quale genere scegliere, dato che si passa dalla commedia al vetriolo fin quasi ad un'atmosfera da thriller paranoico. Intendiamoci, non sono mai stato contrario al mischiare generi diversi, ma bisogna saperlo fare. Qui il risultato è un misto  molto spaesante e talvolta irritante. 

Intendiamoci, non sono mai stato contro al mischiare generi diversi, ma bisogna saperlo fare. Qui il risultato è un misto molto spaesante e talvolta irritante. Però ci sono loro due che, in qualche modo, riescono a tenere insieme il baraccone e una sensuale Cathy Moriarty che non guasta. In molte scene viene fuori la comicità tipica di John e Dan, che aveva raggiunto le sue vette massime, fin quasi alla semidivinità, in "The Blues Brothers". Una delle migliori è quelle in cui Dan intercetta una telefonata di John, tutta da godere. Anche i comprimari hanno i loro momenti divertenti. Ma alla fine il risultato è piuttosto deludente, anche per i fan di Belushi come il sottoscritto.

Vale la pena vedere questo film però per godersi Belushi in una veste diversa e nel suo ultimo film, prima della tragica morte per uno speedball.
Ha lasciato un vuoto tremendo nella comicità demenziale (che praticamente ha inventato lui). Il fratello James Belushi e il suo degno erede Jack Black (School of rock, King Kong...) cercano di mantenere vivo il suo ricordo. Ma nessuno beveva bottiglie di Jack Daniels tutto d'un fiato, spaccava chitarre, piegava lattine di birra con la fronte e mangiava a tavola come lui. Grande John.

Mirko Ciardi