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LE RAGIONI DELL'ARAGOSTA


Regia: Sabina Guzzanti
Cast: Sabina Guzzanti, Pierfrancesco Loche, Francesca Reggiani, Cinzia Leone
Italia 2007




Che cosa c'entra il risorto gruppo di Avanzi, cioè la Guzzanti, Masciarelli, Loche, Francesca Reggiani, Cinzia Leone ecc, con la pesca dell'aragosta nella Sardegna Occidentale?
Si può ancora fare della satira al centrosinistra?
Esiste ancora il centrosinistra?
Che ore sono?
Le patate con il germoglio sono velenose?
A queste domande potrete rispondere soltanto dopo essere andati a vedere l'ultimo film della Guzzanti: le ragioni dell'aragosta, che di aragoste parla, per cinque minuti, e poi passa a tutto il resto.

 Noi della redazione lo abbiamo visto in occasione della presentazione al multisala Vispathé di Firenze insieme alla regista, che poi è anche sceneggiatrice e protagonista. Il film è impostato con la voce narrante della Guzzanti fuori campo a commento, strutturato quasi fosse un documentario che descrive l'allestimento di uno spettacolo teatrale, finalizzato ad attirare l'attenzione del pubblico sui problemi della pesca all'aragosta della Sardegna Occidentale, derivanti da politiche di sviluppo sconsiderate che portano alla scomparsa di tonnellate di aragoste ogni anno.
 

Perciò chiamata dai pescatori del paese di Su Pallosu per sostenere la loro causa, la Guzzanti si appassiona sempre di più al caso grazie anche alla conoscenza di Gianni Usai, un tempo operaio della Fiat, ex-sindacalista oggi dedito alla pesca. Decide così di accettare la richiesta e di mettere su uno spettacolo teatrale in dieci giorni, chiamando gli ex-colleghi del programma cult Avanzi: Cinzia Leone, Francesca Reggiani, Antonello Fassari, Stefano Masciarelli e anche Pierfrancesco Loche, che sembra quello meno intenzionato a voler tornare sul palco.

Per tutto il tempo non si distingue se quello che stiamo vedendo sia finzione o realtà. Le scene sembrano rubate alla vita quotidiana degli attori, come succede nei reality. Molte volte le inquadrature sono fisse, leggermente fuori scena, così che sembrano ad esempio spiare all'interno della casa dove gli artisti stanno provando lo spettacolo. I nostri dubbi sono presto fugati dalla stessa regista: Intendiamoci: nel film gli attori recitano, è tutta finzione. Cioè: Su Pallosu esiste veramente, Usai è veramente un ex-operaio fiat che adesso fa il pescatore, Loche realmente suona la batteria e vorrebbe fare questo invece che recitare, ma comunque c'era un ciak, gli attori sapevano di essere ripresi.
"La loro spontaneità nasce dal fatto che non avevano un copione da recitare: spiegavo loro semplicemente che cosa dovevano fare ed a grandi linee quello che avrebbero dovuto dire - spiega la Guzzanti - Non sapevano però che c'era una sceneggiatura scritta, e poi non spiegavo loro come le varie scene sarebbero state montate. Il lavoro finito lo hanno visto praticamente alla prima del film".

Partendo dallo spunto di sostenere "le ragioni dell'aragosta", la Guzzanti instaura soprattutto un discorso sulle sue ragioni e su quelle dei ritrovati colleghi, con le loro umanità, le loro debolezze e la loro mai perduta e graffiante ironia. Verso il finale, quando l'attrice satirica inizia ad avere dubbi, umane perplessità sul suo lavoro e sul ruolo che deve svolgere: quando i politici e i giornalisti non sono più affidabili nel divulgare l'informazione, allora sono gli attori che fanno satira e diventano loro malgrado personaggi politici e unici veri "giornalisti", cioè gli unici in grado di commentare e denunciare determinati eventi.

Di stampo meno televisivo, e comunque meno politicamente impegnato (almeno all'apparenza) rispetto al precedente film, Viva Zapatero, ma di cui riprende ad esempio il finale, Le ragioni dell'aragosta ha anche qualcosa di assolutamente cinematografico, un finale molto denso e particolare che come un colpo di teatro finale ti costringe a rileggere il film e a pensarci su per lungo tempo.
L'unico appunto che mi sento di fare, è che Sabina giganteggia un po' troppo sugli altri e sembra mancare di autoironia, mentre ai componenti di Avanzi viene risparmiato poco. Servirebbe un pò meno retorica ed un pò meno egocentrismo. Ma sostanzialmente, mi è sembrato un buon film, impegnato e divertente al punto giusto.

Icaro Tinti