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ATTENTI A QUEI DUE (Politeama pratese, 17/12/2009)

Un teatro Politeama tutto esaurito in ogni ordine di posti ha accolto con grande entusiasmo lo spettacolo di "teatro-canzone" condotto da quei due poliedrici showman che sono Neri Marcorè e Luca Barbarossa. Sapevamo del successo dello spettacolo, che è sulle scene da diverso tempo, ma non avremmo mai pensato che potesse esserci un tale affiatamento tra i due artisti; già dall'intervista in camerino prima di entrare in scena, che Neri e Luca ci hanno concesso, abbiamo avuto modo di gustare uno scambio di battute così micidiale, che più che un'intervista ci è sembrata - e non avremmo potuto sperare di meglio- un fuori onda dello spettacolo, o una specie di "riscaldamento" in vista dello stesso show.

 

Gianpaolo Braga tra Luca Barbarossa e Neri Marcorè


Ci hanno colpito in maniera particolare due cose: la disinvoltura e la grande simpatia di Luca come showman a tutto campo, e l'intonazione perfetta di Neri nelle canzoni che ha cantato (della sua capacità inventiva non avevamo del resto dubbi).

Venendo allo spettacolo: sul palco c'era una grande band in cui spiccava Mario Amici, il sodale di sempre di Luca alla chitarra semiacustica (di marca Struttocaster, avrebbe detto il Ligabue/Marcorè), poi alla batteria Roberto Polito (grande pulizia di esecuzione) e i bravi Stefano Cenci alle tastiere, Mauro Formica al basso e Claudio Trippa alla chitarra elettrica.
Lo spettacolo è stato un alternarsi di canzoni tratte dall'ultimo album di Luca Barbarossa (intitolato "Via delle storie infinite"), e sketch comici di Neri coadiuvato da un Barbarossa in grande spolvero. Ci sono piaciute tutte le nuove canzoni di Luca, in particolare "Aspettando il 2000" e "Dio non è", ma tutto l'album è di altissimo livello, testi intelligenti e sonorità folk-rock come raramente si ascoltano in artisti italiani.
Poi ci sono state le canzoni-simbolo di Luca: "Roma spogliata" (con il bellissimo verso"quell'inverno se la mente non m'inganna era d'estate", preso in giro da Neri), "Yuppies", "Via Margutta", un "L'amore rubato" da brividi, e una perla come "Ali di cartone", non a caso presentata sul palco dallo stesso Marcorè come la sua canzone preferita della discografia di Luca. Tra le altre abbiamo gustato il duetto su Fabrizio De Andrè ("Amore che vieni, amore che vai"), e poi il fantastico e funambolico Giorgio Gaber di Neri ("L'odore") e il folk di Woody Guthrie, eseguito in maniera impeccabile da Luca e la sua band. E poi le imitazioni di Neri che hanno entusiasmato la platea: tra tutte un irresistibile Alberto Angela e un Ligabue omaggiato con un rifacimento gustoso delle sue "Happy hour" e "Una vita da mediano", diventata quest'ultima "Una vita da prodiano"; e poi le imitazioni dei politici con i vari Capezzone-trasformista, Casini-playboy, Di Pietro e i suoi proverbi, Gasparri che lègge (forse) la sua légge...
Ci siamo alzati dalla poltrona dopo oltre due ore e mezza di uno spettacolo funambolico che non ha mai dato sintomi di stanchezza nel pubblico, tanto era la verve e l'intelligente ironia dei due sul palco.
  Gianpaolo Braga