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Built To Spill - Live @ Locomotiv - Bologna 25/10/2008

CRONACA DI UN CONCERTO CLAMOROSAMENTE BELLO

Bologna è una città a senso unico. Ne è passato di tempo da quando Guccini le cantava un omaggio d'amore e rabbia, il tempo passa, le giunte cambiano, si prova il nuovo e ci si accorge che era meglio il vecchio ma che il vecchio si sta rinnovando e tanto bene non va più. La passione per la musica però resta. La scena però, anche lì è cambiata. In pochi chilometri quadrati si possono trovare diversi locali che propongono interessantissimi concerti. Ieri, a Bologna, si poteva scegliere se andarsi a vedere il "Guitar Hero" dell'Heavy Metal Paul Gilbert o l'indie-rock band americana dei Built To Spill. La redazione musicale di radiogas opta per quest'ultimo. Due macchinate piene partono per Bologna e si presentano al Locomotiv in perfetto orario. Bologna è una città a senso unico, quindi quando cercherete il Locomotiv sappiate che, se arrivate dall'autostrada e imboccate via Stalingrado, dovete girare in qualche strada prima altrimenti sarete costretti a fare un giro impressionante per ritrovare la retta via. 

 Il Locomotiv è un posto molto bello, ricavato da un ex deposito di locomotive nei pressi della stazione centrale di Bologna con l'unica nota dolente dell'assenza di aria circolante e un caldo semi-insopportabile classico dei locali affollati. Sono infatti quasi quattrocento gli spettatori accorsi dai posti più vari d'Italia (Domodossola, Jesi, Prato e Calenzano dai sondaggi effettuati tanto per citarne alcuni)
 Dopo qualche problemino di settaggio degli impianti il concerto inizia verso le 23:15. Un concerto Clamoroso (la C maiuscola è d'obbligo). Due ore precise di pura musica suonata con l'anima e con la classe di chi agli strumenti, pur maltrattandoli gli vuole bene e sa come farli rendere al meglio. Due ore senza pause a parte una classica finta di fine concerto a cui non ha abboccato nessuno anche perchè non credo sia durata più di trenta secondi. Doug Martsch canta e suona muovendo la testa come uno psicopatico nervoso accompagnato da altri due chitarristi, un batterista, un batterista ed un altro elemento che divide i suoi compiti tra tastiera (che si sente poco) e viola. Repertorio vario lasciando molto in disparte l'ultimo dei sei dischi usciti e accingendo a tante canzoni forse un pò meno conosciute (qualcuno c'è rimasto male perchè non hanno fatto alcune delle sue preferite ma ha ammesso che sia il bello di vedere questa gente che cambia scaletta a tutti gli appuntamenti. "eh, già, prova ad andare a vedere due date di una tournè di un gruppo italiano famoso, fanno sempre le stesse..."
 Niente da dire sulla qualità, solo applausi e gente soddisfatta della prestazione degli americani pro-Obama (forse in pochi l'hanno notato ma accanto al mixer c'era una foto del futuro(?) new deal americano  
Da aggiungere però ad un concerto "perfetto" qualche piccola curiosità:Doug, come spesso gli accade, ha rotto una corda della chitarra  e a fine concerto, sull'ultimo pezzo, è sceso in mezzo al pubblico (nella foto sopra è quello con i capelli da "fratino" davanti a quello con la barba da "frate"). Io sostenevo che fosse un modo di "tributare" la band, Francesco, che di suoni se ne intende più di me, che fosse lì sì per quello ma soprattutto per verificare il suono della cui resa il leader dei BTS non sembrava totalmente soddisfatto. Il dubbio rimane. Come per sempre rimarrà il bellissimo ricordo di questa serata bolognese conclusasi nel migliore dei modi a mangiare piadine, ascoltare musica, tornare a casa canticchiando le bellissime canzoni che l'autoradio della nostra pilota sparava a raffica e sorpassare l'autobus dei Built To Spill diretti verso Roma.

 

DUE PAROLE ANCHE SU L'OPEN BAND:

Tocca agli svizzeri Disco Doom aprire il concerto e siccome sono stati scelti come opening band per tutta la turnèe europea mi sembra giusto parlarne un pò. Innanzi tutto sappiate che vale la pena arrivare prima per sentirli. E questo non mi sembra poco. Magari peccano un pò di mancanza di presenza scenica ma suonano bene. Parecchio.

 

 LA NOTA DOLENTE:

Molti ci sono rimasti male perchè al classico banchino del merchandising non c'erano i cd o gli lp disponibili. Da quanto mi hanno  spiegato l'addetto alle vendite e il mio collega Francesco, è colpa di una legge italiana che prevede di pagare una somma, altissima, per poter vendere i cd, anche se già bollati siae, ai concerti. Tale somma è sempre superiore a ciò che incassano dalla vendita e quindi le case discografiche, di per sè già in crisi, evitano di incidere nuovamente sul loro bilancio.

Fortunatamente alcuni artisti ignorano, sperando non ci siano controlli, questa legge e vanno in culo alle leggi fatte a bischero soddisfacendo così i bisogni dei loro devoti.

Ma come dar torto a chi le leggi le rispetta?

Andrea Olmi