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Celestino Telera Live @ Teatro Comunale Manfredonia (27.12.2009)

Celestino Telera, a soli 21 anni, all'inizio del 2009 si è autoprodotto l'EP "5/4": una raccolta di 9 canzoni da lui composte e cantate. Con idee estremamente chiare e disarmante onestà, Telera nel suo myspace scrive: "sono brani in fase evolutiva, ancora in versione demo quindi non rispecchiano al 100% l'idea sonora che ho in mente". Ma nonostante le canzoni siano, a suo dire, ancora da sviluppare, si fanno notare per ispirazione e originalità. E infatti un suo brano, "Barcelona Shorts", definito da Rockit la perfetta canzone pop del 2009, viene passato anche alla radio inglese BBC6, nel programma del guru Tom Robinson. Nel corso di quest'anno altri riconoscimenti importanti hanno gratificato il suo lavoro: inserito nella compilation e nella top 2009 di Rockit, il Magnolia Parade, il live al Mei - meeting delle etichette indipendenti di Faenza - e, non ultimo, l'entusiasmo che da subito Radiogas ha manifestato nei suoi confronti fino a nominarlo "rivelazione italiana dell'anno" nella classifica di fine anno. Per queste premesse il concerto al teatro di Manfredonia era un importante banco di prova a cui Radiogas non poteva mancare.
  E il ragazzo è riuscito ancora a sorprenderci, positivamente si intende. Con il mercato discografico allo stremo, la dimensione live è ormai diventata fondamentale tra le variabili per diventare un grande musicista. Senza questa capacità sarebbe difficile farsi conoscere e portare la propria musica in giro con successo, gratificazione e il giusto riconoscimento anche economico. Insomma se fossimo in televisione e parlassimo un linguaggio approssimativo diremmo che uno deve avere l'X-factor.
E Celestino in questo concerto ci ha convinti, se ancora ce ne fosse bisogno, della classe e della particolarità della sua proposta sonora. Nonostante la sua giovanissima età riesce a incarnare una sintesi
straordinaria tra alcune derive progressive alla Peter Gabriel ("Snow"), un cantautorato onesto alla Dylan, un pop universale alla Lennon ("Barcelona Shorts"), passando per l'energia e la potenza dei
primi Genesis. Dal vivo i pezzi effettivamente ne guadagnano rispetto alla versione su disco. La stessa "Barcelona shorts" che, a causa di un repertorio ancora ridotto viene eseguita due volte, nel bis suona ancora più viva e sentita della versione sentita pochi minuti prima.
Tutto è allo stesso tempo potente, divertente, estremamente appassionante ma soprattutto molto vivo, grazie anche ai bravi musicisti che seguono Telera. Che ad ogni canzone riesce a cambiare pelle, a trasformarsi in qualcun altro anche grazie ad una voce stupenda, capace di impennate improvvise di grande espressività e lirismo. 
E infatti il concerto, con nostra grande sorpresa, è anche molto teatrale. La sua giovane età, il fatto che suonasse nella sua città natale, il debutto in un vero teatro, cantare testi molto sentiti, affrontare temi sulla continua ricerca del luogo dove ricostruire sé stessi; la delicatezza della sue metafore erano tutti elementi che ci facevano presagire un performer acustico quasi in imbarazzo nei confronti di chi vuole ascoltarlo, quasi timoroso di allontanarsi troppo da spazi più ristetti, come i club, ormai conosciuti ed esplorati con attenzione. E invece aiutato da un pesante cerone, Celestino ha portato in scena diversi personaggi che presentavano e introducevano le varie canzoni, e le incarnavano con la loro fisicità ed energia. Vi basti pensare che ad un certo punto Telera è uscito dal palco al passo del leopardo come un marines. Oppure ha interpretato un suo alter ego francese con un pittoresco accento caricaturale. Il concerto è diventato un concept, tanto in voga negli anni '70, un'esperienza non solo musicale ma più completa e coinvolgente. Insomma dopo questo concerto siamo pronti a scommettere sul futuro discografico di Celestino Telera, soprattutto dopo aver ascoltato le nuove canzoni (oltre a "Snow", anche "Keep your umbrella out" e "Rats of the town"), e l'intensa cover di "Comfortably Numb " dei Pink Floyd.
  Matteo Lion