Eh si, perchè quì viene il bello. Jamie è capace di alternare pezzi puramente soul cantati "a cappella" con pezzi dai tagli elettronici, lavorati sui mixer, sui campionamenti come solo un deejay ben preparato può fare. E allora durante l'ora e dieci minuti della durata del concerto ci siamo visti un bianco cantare il soul e il gospel con una voce che richiamava spesso alla memoria Donnie Hathaway, ci siamo trovati a ballare ritmi a me proprio non consoni (quelli tipo "unz unz" ma quì è meglio che alzi le mani e ammetta la mia totale ignoranza nel genere house/techno/trance etc.), a battare le mani su ballate funk fino alla fine del concerto quando anche il dj-cantante si è scaldato ed è andato a cercare il contatto, stringendo un pò di mani, con il pubblico visibilmente soddisfatto. Insomma, un nuovo nome da scrivere con orgoglio nei pannelli di cui vi parlavo a inizio pezzo. Unica cosa negativa della serata è stato il continuo brusio della gente che era lì più per ritrovarsi che per assistere al concerto e che è riuscita a rovinare l'ascolto a tutti quelli che per almeno la durata di una canzone sanno stare zitti e prestare l'attenzione a chi di dovere. Andrea Olmi |