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Tim Burgess & Peter Gordon – Same Language, Different Worlds

Anno di pubblicazione: 2016

Provenienza: Gran Bretagna / U.S.A.

Genere: elettronica, avant jazz, pop, world music

Voto: ****

Brano migliore: Around


Commento: Sulle tracce della carriera solista di Damon Albarn (ma in parte anche di David Byrne), Tim Burgess sforna il proprio album di "musica totale". Scrive nove canzoni, non rinunciando al proprio gusto pop, ma si fa aiutare dal sassofonista Peter Gordon per gli arrangiamenti. Ed è proprio la mano di Gordon che prevale; lui che è stato uno dei fondatori di quel sound, posto a metà strada tra no wave e jazz, che ha dato vita alla scena avant jazz più importante del mondo (quella newyorkese). Anzi qui Gordon rinuncia spesso e volentieri alle ance per cimentarsi ai sintetizzatori e ad ogni tipologia di suono sintetico. Ne fuoriesce un viaggio immaginifico in cui alcune linee dance rock, tipiche dei Charlatans, ci fanno ricordare il glorioso passato di Burgess, ma dove quasi tutto sembra davvero nuovo, geniale e globale. E' il caso della splendida Around, del pop cameristico di Begin, o del lunghissimo e paludoso strumentale dub intitolato Temperature High, che sarebbe potuto uscire dalla testa di un Jah Wobble. Le altre tracce di jazz sono sparse dalla tromba di Max Gordon in Unguarded e dal trombone di Peter Zummo nei brani più riusciti del disco. 


Assomiglia a: vedi sopra.

Dove ascoltarlo: in un loft di Manhattan mentre all'esterno si scatena un grande temporale.

Lorenzo Allori