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OPERAI - Carmen Santoro

COSI' VIVONO (E MUOIONO) LE TUTE BLU DEL NUOVO MILLENNIO
La condizione operaia: inchiesta choc della giornalista Carmen Santoro

 

di David Fiesoli

E' in libreria un'indagine-choc sulla condizione operaia di oggi. Prendendo le mosse inevitabilmente dalla tragedia della Thyssenkrupp, la giornalista Carmen Santoro ricostruisce in un'indagine la nuova condizione operaia, ovvero come e cosa pensano e come e quale realtà vivono le tute blu oggi.

 Il libro ha un titolo assai crudo: "Operai. Chi sono, cosa pensano, come vivono e come muoiono le tute blu del nuovo millennio" (Nutrimenti, pp.132, euro 14, dal 30 settembre in libreria).

Per scriverlo, la giornalista ha trascorso il suo tempo in mezzo agli operai italiani, raccogliendo storie, testimonianze e scorci di vita quotidiana, in fabbrica e fuori.

Sono gli operai che alle ultime elezioni pare siano stati decisivi per la vittoria del centro-destra. Cosa è successo alla classe operaia? La storia parte da Torino. Una notte di fine 2007 nell'acciaieria Thyssenkrupp di Torino chi era di turno alla linea 5 vide una piccola fiamma. Tentò di spegnerla invano. Il fuoco ebbe la meglio, intrappolando sette operai. Il tragico rogo della Thyssen il 6 ottobre 2007, ha illuminato all'improvviso una categoria dimenticata per anni e resa quasi invisibile nell'Italia del terzo millennio, quella degli operai. Oltre all'emergenza sicurezza l'incidente di Torino ha messo in luce le condizioni di vita delle tute blu italiane ma anche la loro evoluzione culturale e politica di cui un nuovo inaspettato segnale si è avuto alle ultime elezioni politiche con operai candidati nelle liste del Pd e della Sinistra Arcobaleno e con altri che invece hanno voltato le spalle alla sinistra premiando la Lega Nord. "Operai" racconta attraverso le storie di vita dei protagonisti chi sono come vivono come passano il tempo libero gli operai italiani. Quali sono le loro paure o i loro sogni. E che la classe operaia sia profondamente cambiata lo ha dimostrato anche il reportage di un altro giornalista, Loris Campetti, che sulle pagine del Manifesto ha aperto lo sguardo su scenari a dir poco inaspettati: "Alla Sevel in Val di Sangro un operaio su due consuma sostanze stupefacenti. Lo stesso avviene dove l'età media è molto bassa. Si sniffa per reggere «un lavoro e una vita di merda», perché così fan tutti, perché la fabbrica non è più una comunità." E nel frattempo, un altro libro da poco uscito racconta come l'Italia sia la società più disuguale dell'occidente: Roger Abravanel, in "Meritocrazia" (Garzanti, pp. 377, euro 16,50) spiega che l'Italia ha grandissime disuguaglianze tra ricchi e poveri (come gli USA) e al tempo stesso è uno dei paesi con la minore mobilità sociale: i poveri da noi restano poveri per sempre e in maniera ineluttabile. Questo sistema sta provocando danni gravissimi al paese, che perde ogni giorno posizioni in uno scenario globalizzato sempre più competitivo: da almeno 15 anni in Italia la ricchezza aumenta meno che negli altri paesi sviluppati.