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STEVEN BLUSH American Punk Hardcore: una storia tribale

Autore: Steven Blush

Casa Editrice: Shake Edizioni

Pagine: 462

Prezzo di copertina: € 17,00

 

Se avete una visione romantica della scena punk hardcore americana di inizio anni '80, vi conviene non leggere questo libro. Se pensate che l'hardcore punk americano sia stato un baluardo di consapevolezza politica anti-reaganiana ed un movimento musicale consapevolmente contrapposto all'oscurantismo destrorso di certo punk OI! britannico, mi raccomando non leggete questo libro. Se infine pensate che in un libro che racconta la scena punk hardcore americana si debba per forza parlare di musica, non leggete questo libro.

Lo dovreste invece leggere se vi interessano le beghe di cortile tra le varie band della scena, se pensate che: "se fa esercitare i neuroni allora non è di certo punk" o se siete più interessati agli aspetti modaioli e non prettamente musicali del fenomeno.

American Punk Hardcore racconta la rabbia e la chiusura mentale di questa tribù, ma non la spiega fino in fondo. O meglio la mette dal punto di vista dei nerd e degli sfigati che vogliono emanciparsi verso i giocatori di football che si scopano le ragazze pon pon. Violenza insensata e frutto di un'emarginazione autoimposta all'interno del dorato sogno americano (ed in particolare californiano).

Ma se voi siete quelli che, diciamo a diciotto anni, ascoltavate a manetta i Black Flag, i Bad Religion o i Minor Threat, pensando che fosse l'unico modo conosciuto per essere veri e vivi, beh questo libro vi darà tutte le risposte sbagliate e non vi spiegherà niente di quello che eravate e di quello che siete oggi. 462 pagine senza speranza e piuttosto autoreferenziali, che lasciano alla fine il lecito dubbio che più che una storia imparziale del punk hardcore, si tratti della visione personalissima e legittima dell'autore.

O forse siete voi che non volete accettare che Jello Biafra sia in realtà solo un coglioncello qualunque, Henry Rollins un tizio senza talento, Mike Watt un logorroico plagiatore di idee altrui e Ian McKaye il peggior fascista che abbiate mai conosciuto.

Conta di più la realtà o il mito? E la realtà oggettiva esiste? Due belle domande che vi rimarranno in testa dopo la lettura di American Punk Hardcore: una storia tribale (sempre che vogliate leggerlo per i motivi sopra esposti).
 Lorenzo Allori