Anno di pubblicazione: 2013 Provenienza: Italia Genere: dark wave, post rock Voto: **1/2 Brano migliore: Funeral
Commento: I Joycut non sono mai sbocciati del tutto, incapaci di decidere se dedicarsi alla musica sperimentale o al revival dark wave che tanto ha segnato l'ultimo quindicennio di musica pop. Se ne escono (di nuovo) con un album di dark wave quasi completamente strumentale, che fa un po' l'impressione di una raccolta delle introduzioni alle canzoni più oscure dei Cure. Le canzoni sono però involute e tendono a ripetere all'infinito gli stessi schemi (peraltro piuttosto abusati). Ho acquistato l'album perché i Joycut mi hanno sempre incuriosito, ma credo che, se non cambiano velocemente orizzonti artistici, finiranno presto per sparire, inghiottiti dal loro stesso anonimato.
Assomiglia a: Breathless, Giardini di Mirò, in alcuni tratti somigliano anche ai Cure di Disintegration. Dove ascoltarlo: lungo un percorso collinare, durante un tramonto autunnale. |