Commento: tornano i Ronin con il loro post rock dal taglio cinematografico e questa volta non convincono in pieno. Troppo esili le loro trame strumentali se paragonate all’imponenza di certi arrangiamenti dei maggiori protagonisti della scena post. Ovviamente il quartetto si ispira alle colonne sonore di Ennio Morricone ma, alla lunga, quella chitarra che suona più o meno come uno scaccia pensieri tende a stancare. La sufficienza comunque è meritata grazie alla title track, a Benevento e a Conjure Men (quest’ultima prende il volo grazie al flauto traverso ed al sax dell’ospite Enrico Gabrielli). Il progetto Ronin stava per disintegrarsi e come una fenice è rinato dalla proprie ceneri grazie a questo disco. Occorreva comunque qualcosa di più coraggioso perché questa fenice ricominciasse a volare.
Assomiglia a: Cinematic Orchestra Dove ascoltarlo: nei giardini del Castello di Miramare, a Trieste. |