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MARC JOHNSON - Bass Desires

 

Anno di pubblicazione: 1986

Brani: Samurai Hee-How / Resolution / Black Is The Color Of My True Love’s Hair / Bass Desires / A Wishing Doll / Mojo Highway / Thanks Again

Musicisti: Marc Johnson (basso elettrico), Bill Frisell (chitarra, tastiere), John Scofield (chitarra), Peter Eskrine (batteria)

 

Recentemente Manfred Eicher ha deciso di ristampare alcuni titoli storici prodotti negli anni ’70 e ’80 dalla sua ECM. Se il jazz è sopravvissuto in quel periodo difficile della sua storia molto lo si deve proprio alla ECM ed alla sua voglia di portare in jazz in nuove dimensioni, non rinunciando mai a innovare, pur in un neonato classicismo improvvisativo.

Bass Desires di Marc Johnson è un ottimo lavoro del 1986 che opportunamente è stato adesso ristampato a prezzo speciale. Il disco, oltre a mettere in rilievo le doti di un bassista purtroppo poco considerato, è importante perché documenta il primo incontro ad alto livello tra John Scofield e Bill Frisell. I due chitarristi da sempre sono fautori di uno stile profondamente diverso: molto tecnico e sanguigno John ed invece molto attento ai dettagli e celebrale Bill. Fin da subito l’incontro produce le sperate scintille, con la nebbiosa chitarra di Frisell che “sporca” e “modernizza” i fraseggi puliti del collega. I due sapranno fare ancora meglio negli anni successivi.

All’interno dell’estetica ECM la musica di Frisell calca a pennello, ma è proprio Scofield a giganteggiare in questo disco, dimostrando di saper ascoltare con rispetto i propri pards senza cercare di imporre la propria maggiore caratura tecnica. Dal canto suo il leader si dimostra un vero poeta del basso, diretto discendente del bassismo evocativo di Charlie Haden, purtroppo spesso messo in disparte da musicisti iper tecnici e vistosi come John Patitucci (solo per rimanere alla sua generazione). Completa la band un altro artista della scuderia ECM, il leggendario batterista Peter Eskrine.

Bass Desires è comunque album da ascoltare attentamente non solo per la presenza di così tanti straordinari musicisti, ma anche per un repertorio perfettamente a fuoco, che raggiunge il proprio apice proprio nella chilometrica title – track, vero manifesto dell’arte di Johnson. Una scaletta quasi perfetta che ha come unico neo il peccato di superbia di interpretare l’intoccabile Resolution, cioè il secondo movimento della suite A Love Supreme di John Coltrane. Se non toccano il soprannaturale questi musicisti sono perfetti. Ascoltatelo.
 Lorenzo Allori