Semplicemente anima (alma)!, l’anima che si cela dietro le suggestioni, i colori, le emozioni che questo disco regala ogni solco che scorre. Fresu e Sosa si soffermano compiaciuti su melodie tenui, motivi sussurrati, interamente frutto della loro creatività, ritmi che non provengono altro che dal respiro della terra. Paolo Fresu si distacca qui dagli accenti davisiani per affrontare un leggero e ampio viaggio intorno al cuore. C’è infatti un cuore che gronda sangue in copertina e una citazione irresistibile di Alessandro Bergonzoni: “Lo dico col cuore in mano, dunque con i polsini completamente insanguinati”. Omar Sosa libera il pianoforte dal suo tradizionale ruolo armonico e lo amplia, lo dilata, fino a farlo librare sereno verso e dentro le melodie impalpabili che si susseguono felici nello sviluppo dei brani che compongono il disco. Puntuali gli accenti delle percussioni in sottofondo. Gli effetti elettronici contribuiscono con garbo a creare una atmosfera di serena e meditata attesa. Perfette le sottolineature e i dolci passaggi del violoncello di Morelenbaum. Ognuno dei tre musicisti sembra porgere con delicatezza all’ascoltatore l’anima delle proprie terre: la Sardegna di Fresu, Cuba di Sosa e il brasile di Morelebuam. L’alchimia è perfetta. Un disco da ascoltare ovunque, ma meglio all’aperto, immaginando le note della tromba di Paolo Fresu che si perdono nel vento leggero di un tardo pomeriggio di fine estate. La vita può riservare tante belle cose in un tardo pomeriggio di fine estate. |