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BELLOWHEAD Hedonism

 

Anno di pubblicazione: 2010

Etichetta: Navigator Records

Genere: Folk

Voto: ****

Brani migliori: New York Girls, A-Begging I Will Go, Amsterdam, Broomfield Hill

 

 

La formazione dei Bellowhead potrebbe quasi far invidia ad una consueta big band di jazz, a differenza di quest'ultima però, in questo caso non troveremo tromboni, trombe, sax, contrabbassi e batteria, o meglio, non troveremo solo loro. La famiglia di fiati viene ampliata con l'aggiunta di oboe, flauto, helicon, clarinetto basso e tuba. A questa prima sezione, che farebbe pensare ad una formazione di stampo classico, vanno ad aggiungersi strumenti tipici della tradizione folk anglosassone (e non solo) come fiddle, mandolino, concertina, organetto e bouzouki; ed ecco creato un vero e proprio ensemble di eterogeneità musicale.

Difficile, vista la composizione della band, relegare il gruppo al genere folk tout-court; l'esperimento di Jon Boden e compagni appare più complesso e pretende di attingere dal folk per poter andare oltre i confini di un genere che meglio di molti altri si presta ad innesti particolari. L'originalità delle rivisitazioni dei Bellowhead ha attirato l'attenzione della stampa d'oltremanica fin dal loro primo album in studio, Burlesque (2006). Nel 2008 le aspettative della critica non vengono infrante, grazie all'ottimo disco Matachin.

Nati prevalentemente come live band, i Bellowhead hanno dimostrato di riuscire a racchiudere in un album il tripudio di vitalità ed energia tipiche dei loro show. L'ultimo lavoro Hedonism, dimostra, molto più dei suoi precedenti, la crescita della band sotto questo punto di vista. Crescita che è dovuta all'ottimo lavoro del produttore John Leckie, ingegnere conosciuto soprattutto per i suoi lavori con Radiohead, Pink Floyd e altre band dai nomi altisonanti, ma che in realtà è artefice di altrettante ottime produzioni (ascoltare Isla dei Portico Quartet). Leckie, con la sua maestria è riuscito a far sì che la registrazione in studio non perdesse quell'approccio genuino e trascinante tipico dei live della band, riuscendo allo stesso tempo a dosare ottimamente l'entrata in scena degli strumenti, così da render vive vere e proprie “scene di vita”.

Se nel travolgente brano iniziale, New York Girls, gli strumenti a corda la fanno da padrone, nella strabordante Cold Blows The Wind sono i fiati a tessere la trama principale. I Bellowhead sono una vera e propria carovana portatrice sana di vitalità (Cross-Eyed And Chinless), in grado di rivisitare la tradizione – magari unendo ritmi tipici della musica tardo rinascimentale con ritmi della tradizione scandinava - senza mai scadere nel pacchiano (Parson Farewell) e mantenendo viva la curiosità dell'ascoltatore grazie ai continui cambi di atmosfera (A-Begging I Will Go).

E dai marinai del porto di Amsterdam di Jacques Brél, che i Bellowhead riarrangiano (Amsterdam) creando un meraviglioso crescendo di melanconia, si passa ad un canto tipico dei marinai, Little Sally Racket che qui esplode in un vorticoso (free) punk. I Bellowhead sono un'anima complessa, mutevole e inafferrabile proprio per la sua particolare natura; la strada intrapresa sembra essere quella giusta ed Hedonism ne è la conferma.

 

 

 Chiara Felice