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Built To Spill - There's no Enemy

  Anno di pubblicazione: USA Ottobre 2009 EU Febbraio 2010

Etichetta: Warner Bros. Records

Provenienza: Idaho (U.S.A.)

Genere: Indie Rock

Voto: ****

Brani migliori: Aisle 13, Nowhere Lullaby, Tomorrow
 
A volte è bello arrivare per ultimi sulle cose, conoscere un gruppo che già tutti conoscono e apprezzano e, partendo dall'ultimo album, muoversi a ritroso, senza pregiudizi, per scoprire i lavori precedenti. L'unico problema è che di solito si resta irrazionalmente legati all'album che ce li ha fatti scoprire, anche se i fan di lunga data lo tacciano di troppa "commercialità".

È questa, più o meno, la circostanza in cui mi è capitato tra le mani There's No Enemy, settimo album in studio (quinto per la Warner Bros. Records) degli americani Built to Spill. Vagando sul web alla ricerca di notizie sul gruppo mi è capitato di imbattermi in commenti discordanti che però nella maggior parte dei casi mettono l'album un gradino indietro rispetto ai precedenti lavori come Perfect From Now On ritenuto un piccolo capolavoro. A dire il vero se questo è il loro album peggiore, il primo pensiero che ho avuto è stato: "Voglio subito tutti gli altri a scatola chiusa!". E invece no, li ho ascoltati e mi sono fatta una mia personale idea.

Il punto centrale è che questo sembra essere l'album della "maturità". Dopo quasi diciotto anni di carriera alle spalle la band trova un suo equilibrio musicale tra indie e "rock classico" e i testi diventano introspettivi e rinunciatari, come accade ad esempio in Tomorrow ("Feels like eternity/ But it's just one lifetime/ How can a love that unforbidden be so strong?/ There's something wrong with me/I try to forget") con melodie talvolta accattivanti mescolate con suoni a tratti dissonanti (come nel caso dell'inizio della traccia d'apertura Aisle 13).

Doug Martsch, ragazzone di Boise, Idaho, con la sua folta barba e la sua voce angelica e rarefatta non delude e ci conduce per mano attraverso le undici tracce di questo lavoro (dodici per la versione europea a cui è stata aggiunta come bonus track Water Sleepers) facendoci fermare a riflettere con pezzi come Life's Dream e Things Fall Apart o travolgendoci come un'onda in piena con il ritmo incalzante di Pat (che sembra a tratti ammiccare alla scuola punk), o ancora cullandoci in un'amara Nowhere Lullaby.

Ogni canzone sembra suggerire uno stato d'animo a se, veicolato non tanto dalle parole, quanto dall'atmosfera che queste creano insieme alla musica.
Un album da avere nella propria collezione, magari nell'edizione deluxe in vinile su due dischi. Ne vale la pena!
  Francesca Ferrari