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Conor Oberst – Salutations

Anno di pubblicazione: 2017

Provenienza: U.S.A.

Genere: indie folk, country rock

Voto: ****

Brano migliore: Overdue


Commento: Qualche mese fa alcune delle canzoni che compongono Salutations erano già uscite in versione molto spartana con il nome di Ruminations. Si trattava di un dischetto gradevole, poiché le composizioni erano di indubbio spessore, ma questo nuovo album possiede tutt'altro livello, anche perché ci suona gente come i Felice Brothers, Jim Keltner, Jonathan Wilson, Blake Mills e Jim James. Oberst recupera l'ispirazione dei tempi dei Bright Eyes, a volte pure sfiorando l'autoplagio (Empty Hotel By The Sea). La verità è che però il nostro sa come scrivere una canzone e riesce miracolosamente a non scivolare anche quando le idee sono poche e la melodia fragile e troppo semplice (Anytime Soon). Comunque poi ci sono piccoli capolavori come Overdue, Afterthought, Napalm, Barbary Coast (Later) e Counting Sheep. Poi c'è quella voce sempre sull'orlo della rottura ed un'armonica ispirata a livello dei migliori album di Dylan. Vi basta?


Assomiglia a: ai Bright Eyes dieci anni dopo.

Dove ascoltarlo: in una casa vacanze nello Yucatan.

 Lorenzo Allori