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James Blackshaw All Is Falling

Provenienza: Gran Bretagna

Anno: 2010

Genere: Fingerpicking Raga Dream Rock

Assomiglia a: Robbie Basho, Terry Riley, Balmorhea

Voto: ****

Brani migliori: Part 3, Part 4, Part 5

 


James Blackshaw è un giovane chitarrista inglese che si è fatto conoscere nella scena indie come virtuoso della chitarra acustica a 12 corde. I suoi primi dischi rilucevano del suono risonante e ipnotico di questo strumento e mescolavano John Fahey e Robbie Basho agli echi di musica classica e raga indiani. Poi Blackshaw ha ampliato la tavolozza dei suoi colori e, con opere come The Glass Bead Game e quest'ultimo All Is Falling, ha chiamato a coadiuvarlo una vera e propria piccola orchestra da camera, abbandonando la 12 corde acustica per l'elettrica e dando sempre più spazio al pianoforte e agli archi.
Come per altre delle uscite più interessanti dell'anno, e basti pensare ai Balmorhea e a Joanna Newsom, anche qui prevale una musica in forma di stream of consciousness, una suite puramente strumentale di 44 minuti che unisce i nomi sopracitati alle iterazioni minimali di Riley e Steve Reich (negli ultimi due movimenti, i più apocalittici). Convincendo ed avvincendo, tuttavia, soprattutto nella parte centrale, in cui gli intrecci della chitarra e il sottofondo mutevole degli archi evocano addirittura il glorioso progressive romantico di Anthony Phillips (altro virtuoso della 12 string!) e Mike Oldfield.
Per ascoltatori onnivori e curiosi.
 Luca Perlini