Dopo qualche anno torna in pista il cantautore dalla vita turbolenta, Micah P. Hinson. Nonostante la grande attesa che si è accumulata, l'album non è all'altezza dei suoi due predecessori. Micah insiste ancora di più sulle orchestrazioni e sui muri di feedback che tradizionalmente rivestono il suo folk acustico. Il problema in questo caso è che le melodie non sono un granché e i brani si susseguono strappando perfino qualche sbadiglio. Niente a che vedere con la drammatica passionalità di cui il nostro è capace. Assomiglia a: Vic Chesnutt, Ron Sexsmith, Steve Earle Dove ascoltarlo: in una balera di periferia. Sale sul palco uno strano cantante che invece di far ballare ammanta tutto di un'indicibile tristezza. Lorenzo Allori |