Commento: Questo nuovo album del grande vecchio del cantautorato americano è un po’ una via di mezzo tra la garbata sperimentazione tecnologica del precedente Surprise e le celebrate avventure terzomondiste degli anni ’80. Le canzoni suonano alla perfezione e mostrano una ricchezza di arrangiamenti che ci possiamo attendere solo da Paul e da pochi altri (Cockburn, Robertson, forse a volte Lanois). Sembra però mancare l’anima, se non in pochi casi felici, tra cui la bella title track. Forse l’epitaffio di una grandissima carriera. So long piccolo Paul, è stato bello…….o è stato cosa? Assomiglia a: lui (anche se i rimandi sono molteplici). Dove ascoltarlo: all’incrocio tra la 5th Avenue e la 42th strada di New York, osservando gli Ebrei ortodossi che, uscendo dal lavoro, acquistano felafel per cena dagli ambulanti arabi. |